Rugby femminile in Sicilia, gli anni della rinascita

Rugby femminile in Sicilia,  gli anni della rinascita

Da troppi anni, in Sicilia, non si sentiva parlare di rugby femminile. Le poche giocatrici rimaste, indomite e coraggiose, erano costrette a vagare per mezza Sicilia per poter mettere in piedi un allenamento con un numero adeguato di atlete e macinare chilometri su e giù per l’Italia per poter giocare. Da circa due anni il vento sembra essere, finalmente, cambiato. Analizziamo questo “fenomeno” con Giuliana Campanella, Team manager della Nazionale Femminile e Tecnico di sviluppo per la Regione Sicilia; 59 presenze in Nazionale maggiore, 2 Campionati del Mondo, Sei Nazioni dal 2008 al 2013, Nazionale Seven dal 2009 e sei stagioni in prima divisione ad Aukland, uniti ad una gran voglia di lavorare e ad un entusiasmo contagioso fanno della Campanella “la donna giusta nel posto giusto”.

Partiamo dal panorama Nazionale

Il nostro rugby nazionale sta crescendo qualitativamente oltre che quantitativamente. Il maggior numero di squadre e, di conseguenza, il maggior numero di incontri disputati nel corso delle varie stagioni hanno innalzato il tasso tecnico e atletico delle nostre giocatrici. Prova tangibile di tale miglioramento è lo storico terzo posto della Nazionale maggiore al Sei Nazioni femminile del 2014/2015. Risultato che è frutto di un progetto di sviluppo avviato nel 2009 con l’arrivo alla guida della Nazionale di coach Di Giandomenico (attuale allenatore dell’Accademia di Milano), al quale è stato affiancato dalla scorsa stagione, come allenatore degli avanti, Tito Cicciò. I buoni risultati della Nazionale hanno dato vita ad un circolo virtuoso, grazie al quale il numero dei tesserati è cresciuto notevolmente, dando linfa al movimento.

Qual è la struttura dei campionati femminili?

Il rugby a 15 disputa un unico campionato di serie A, composto da 15 squadre, la maggior parte delle quali è concentrata al nord, la squadra più a sud è il Benevento.  Parallelamente si disputa la Coppa Italia, che si gioca in 7 a meta’ campo, per venire incontro alle difficoltà delle squadre di approntare una squadra a 15. La Coppa Italia costituisce al contempo un ottimo strumento di “propaganda” e un ottimo mezzo per la crescita della tecnica individuale e lo sviluppo atletico delle giocatrici. Per quanto riguarda il rugby giovanile le ragazzine giocano insieme ai “maschi” fino all’under 12, mentre si disputano campionati under 14 e under 16 interamente femminili

Veniamo specificamente alla Sicilia: da un paio di anni si è vista una svolta positiva.

Si, è una affermazione corretta. Nel giro di un paio di anni abbiamo posto le basi per lo sviluppo del movimento femminile. Lo scorso anno abbiamo avuto ben 4 squadre senior di Coppa Italia, Amatori Catania Ladies, Iron Team Palermo, Audax Ragusa e Padua Ragusa. Per le giovanili 4 under 14, ancora poche, ma sufficienti a far giocare le ragazze: Istituto Comprensivo Cavour e Istituto Comprensivo Falcone di Palermo, Scuola Torregrotta di Messina e Scuola Majorana di Catania (Fiamme Cibali). Un’unica under 16, la Tauromenion, che non ha potuto giocare per mancanza di avversarie, un vero peccato al quale speriamo di poter ovviare il prossimo anno.

Quali sono, a tuo modo di vedere, le ragioni di tale exploit?

Sicuramente in questi anni è stato svolto un ottimo reclutamento partendo dal bacino migliore, quello della scuola. In questo senso il Progetto Scuola della FIR ha contribuito in modo significativo: così come l’impatto “numerico” sui tesserati uomini è stato notevole, lo stesso si può dire del numero di ragazzine che si sono avvicinate al rugby proprio a scuola.  Peraltro la FIR offre degli incentivi a quelle società che investono nell’attività giovanile under 14 e under 16, cosa che dovrebbe invogliare ulteriormente ad investire risorse nello sviluppo del rugby femminile: la gestione di una under 14 femminile è meno problematica di una pari età maschile: minor numero di giocatori (7 e non 15), minor numero di incontri (almeno per il momento).

Prospettive per l’immediato futuro?

Il traguardo al quale ambisco particolarmente è quello di tornare a giocare il rugby a 15 in Sicilia. Per arrivare a questo dobbiamo potenziare al massimo il settore giovanile e il reclutamento nelle scuole e disputare i campionati giovanili in tutte’e due le categorie. Una collaborazione tra le varie società è auspicabile per lo sviluppo del movimento e devo dire che proprio sotto questo aspetto rilevo dei segnali confortanti. Insomma, credo proprio che nei prossimi anni avremo modo di vedere dell’ottimo rugby femminile anche dalle nostre parti.

Umberto Bonaccorsi