R.C.Granata, Dell’Edera:«Girone duro, Murgia è la squadra da battere»

R.C.Granata, Dell’Edera:«Girone duro, Murgia è la squadra da battere»

Continua con Andrea Dell’Edera, fondatore, dirigente e giocatore del Rugby Club Granata di Gioia del Colle il nostro viaggio per conoscere il prossimo campionato di C2 Appulo/Lucano attraverso la voce dei protagonisti.

Per il Rugby Club Granata è la stagione del definitivo salto di qualità?

Dipende cosa si intende per salto di qualità: dal punto di vista dell’impegno prodotto, il nostro lavoro è già encomiabile per chi conosce le difficoltà e gli impedimenti con i quali ci confrontiamo ogni giorno. Noi diamo sempre il massimo per promuovere le attività del nostro Club e, mai come quest’anno, stiamo cercando di sviluppare il settore giovanile e di diffondere negli istituti scolastici la conoscenza e la pratica della nostra disciplina. Certamente, sia per quel che concerne le attività giovanili che quelle seniors, la guida tecnica del coach Vincenzo Scarano, da me fortemente voluto tre anni fa, e del suo vice Francesco Desantis, ci consentono di immaginare un percorso continuo di crescita che consolidi la presenza della nostra disciplina sul territorio sul quale operiamo. Ogni anno che passa le soddisfazioni crescono quindi speriamo che questo sia denso di risultati sportivi positivi per il RCG.

Un pregio e un difetto della tua squadra?

A mio avviso, uno degli aspetti più problematici per la nostra squadra è la difficoltà di prendere parte in maniera assidua e massiccia agli allenamenti, che comporta dei disagi per il nostro coach impossibilitato a provare gli schemi di gioco e, ovviamente, costretto a variare continuamente metodi; in sostanza, il nostro coach si deve sempre arrangiare, ma i miei compagni non sono sempre da biasimare, dato che molti di loro devono fare i conti con una precarietà economica e devono arrangiarsi quotidianamente. Sarò anche di parte, ma la mia squadra di pregi ne ha tanti e, sicuramente, uno dei più importanti è che siamo una famiglia, sia in campo che fuori, e questo ci consente di restare uniti malgrado tutto.

Qual è la squadra avversaria da battere?

Quest’anno il girone dovrebbe essere bello tosto quindi non c’è n’è una sola squadra da battere. Non c’è dubbio che il Murgia, la franchigia formata dai Falchi e dal Matera, vincitore dello scorso torneo, sia la più temuta, ma anche quella che, non mi nascondo, mi piacerebbe battere sul campo. Il motivo, ovviamente, è che la vicinanza territoriale rende questa partita sentita come ogni derby che si rispetti.

Favorevole a un torneo seven regionale?

Personalmente si. Potrebbe essere un modo per facilitare lo sviluppo del gioco alla mano tra i praticanti pugliesi, che al momento al nostro livello non è eccellente. Poi, questa è una disciplina olimpica e il CONI ha il dovere di investire sul seven.

Apri il libro dei ricordi, il momento rugbistico più bello?

In sette anni di passione rugbistica di momenti belli e di soddisfazioni ne ho avuti tanti, ma ci sono alcuni momenti che, in particolare, penso non scorderò mai, anche perché non è qualcosa che riguarda il rugby propriamente giocato: si tratta del minuto di silenzio che la mia squadra e il Murgia hanno tenuto in memoria di mio figlio e la meta che ho realizzato fuori casa che ho dedicato al mio angioletto che mi guarda e mi protegge dall’alto.