Pierluigi Bernabò: «Il nostro sogno è di creare a Roma una piccola Cardiff»
Dopo la Captain’s Run di questa mattina, il direttore eventi della FIR Pierluigi Bernabò, ha espresso alcune considerazioni riguardo a questo Sei Nazioni e agli eventi che la Federazione sta portando avanti per promuovere questo sport e il torneo: «Il Sei Nazioni rappresenta per l’Italia una grande possibilità in termini di blasone e di lustro, ma deve anche saper generare profitti. Noi stiamo cercando di creare intorno alle partite un enorme ritorno sia mediatico sia d’immagine: abbiamo creato un vero e proprio villaggio per il terzo tempo e abbiamo organizzato diverse manifestazioni per tutta Roma. La possibilità di giocare in uno Stadio come l’Olimpico con tutte le strutture che ci sono intorno è molto importante, anche per far giocare i bambini. Il nostro sogno è quello di creare a Roma una piccola Cardiff. Siamo molto vicini al sold out. Un grande risultato è stato quello di riuscire a vendere circa diecimila biglietti a bambini delle scuole e del minirugby perché crediamo che sia fondamentale riuscire a fidelizzare le famiglie. Tra le altre iniziative importanti ci sono gli inviti ad utilizzare i mezzi pubblici e a tenere pulita la zona dell’Olimpico grazie all’ausilio di tanti giocatori che si sono offerti volontari».
È poi intervenuto anche il Contrammiraglio Enrico Pacioni che ha sottolineato la collaborazione con il mondo del rugby italiano: «Da tanto tempo la Marina Militare italiana utilizza il rugby come strumento fondamentale nella formazione dei suoi Ufficiali all’interno delle Accademie. Il rugby, oltre a formare il fisico, è un potente mezzo per creare coesione all’interno del gruppo. Nello specifico di questa partita, domani non ci limiteremo ad eseguire gli inni Nazionali con la nostra banda. Prima degli inni, alle 14:15, un plotone del 3º reggimento del Battaglione San Marco eseguirà una dimostrazione di abilità, mentre il pallone con cui verrà disputato l’incontro, sarà fatto arrivare dall’alto da alcuni incursori della nostra forza armata. Sono convinto che domani i giocatori ci renderanno orgogliosi di essere italiani».
Giuseppe Prontera