L’ex capitano Giovanelli:«Con l’esclusione di Mauro Bergamasco si è toccato il fondo»
L’ultima partita dell’Italia al mondiale inglese non è concisa con l’ultima di Mauro Bergamasco. Un’esclusione che continua a far discutere e non condivisa soprattutto da chi, il rugby lo conosce molto bene, come Marco Bortolami e Andrea Lo Cicero (leggi qui). Oggi ad alzare la voce è Marco Giovanelli, storico capitano dell’Italia che nel 2000 debuttò al 6 Nazioni.
Con una lettera inviata alla Gazzetta dello Sport e pubblicata dalla versione digitale (leggi qui su gazzetta.it), Giovanelli, manifesta tutto il suo disappunto per la vicenda, frutto, a suo avviso, di un movimento svuotato dai veri valori del rugby. Movimento che, per l’ex capitano, ha toccato il fondo. Di seguito, un passaggio della lettera di Massimo Giovanelli e pubblicata da gazzetta.it: «Spirito di squadra, rispetto dell’avversario, capacità di soffrire, senso di appartenenza: sono questi i valori che oggi finti alfieri del rugby sbandierano nelle scuole e sui campi da gioco, nei meeting motivazionali aziendali e nelle interviste televisive. Valori svuotati della loro sostanza e mantenuti solo la forma estetica. Questa versione autoreferenziale del rugby come sport diverso per cultura e storia, buona per gli sponsor desiderosi del nuovo, svuotata però dei suoi significati più veri, ha toccato il fondo con l’esclusione di Mauro Bergamasco, monumento del rugby italiano e mondiale, dall’ultima partita del suo quinto mondiale».
In foto, l’ex capitano della Nazionale, Massimo Giovanelli.