L’Amatori Rugby Tricase, la squadra più a sud della Puglia, compie un anno
Il panorama rugbistico pugliese, nell’estremo sud della regione, annovera da un anno l’Amatori Rugby Tricase, realtà che, giorno dopo giorno, partendo dalla costruzione del settore giovanile, è ormai il punto di riferimento per il territorio del sud salento. Fondatore, anima e presidente del progetto è Roberto De Marco.
Come ti sei avvicinato al mondo della palla ovale?
Prima di partire per l’università non conoscevo affatto il mondo ovale. A Ferrara, dopo aver praticato per svariati anni football americano, decisi di esplorare l’altra faccia della palla ovale, il rugby, giocando per il CUS Ferrara. Tornato in Puglia, dopo un anno di perlustrazione dell’ovale salentino, ho deciso di lanciarmi in questa avventura, anche grazie a mio fratello Giorgio che aveva già formato un gruppo di appassionati di rugby.
Come nasce e cos’è l’Amatori Rugby Tricase?
Nasce da un gruppo di adolescenti che un giorno hanno deciso di iniziare a giocare a rugby da soli, senza alcun allenatore, solamente con la voglia di imparare. Da qui si è deciso di fare qualcosa di più serio e professionale, appoggiandoci prima ad una polisportiva, poi al Trepuzzi Rugby per la stagione appena conclusa e, infine, di diventare indipendenti, cercando di mantenere i giovani al centro del progetto. La società è amministrata da ragazzi under 35 e le giovanili under 10 e 12 sono le categorie più numerose. Questo è stato possibile grazie soprattutto al coinvolgimento delle scuole medie del nostro territorio, punto di riferimento all’interno del nostro progetto di durata quinquennale che prevede l’affidamento e la rivalorizzazione di un campo comunale dove poter far crescere i nostri atleti per svolgere regolarmente un campionato seniores. In futuro speriamo di raggiungere degli accordi con alcune società del nord per creare un’offerta sempre più completa e variegata e innalzare il livello.
Perché fondare una squadra di rugby nel basso Salento nonostante in provincia ci siano già altre realtà?
Uno dei motivi principali è quello geografico. È vero, ci sono altre società nel Salento ma sono distanti almeno 50 km da noi e con le infrastrutture odierne è un’odissea raggiungerle tre volte a settimana per gli allenamenti più la partita della domenica. Un altro motivo, non meno importante, è sicuramente quello che ci vogliamo differenziare dalle altre società offrendo dei servizi mai visti fino ad ora in tutta la Puglia. Il nostro punto di riferimento è il movimento rugbistico veneto e siamo fiduciosi di emularlo grazie alla nostra pluriennale esperienza in società che stanno militando in gironi veneti.
Visto che siete i primi a Leuca e dintorni a praticare e insegnare il rugby, come si fa a convincere le mamme a mandare i propri figli a praticare questo sport ?
Sicuramente occorre convincere tutti del fatto che non siamo solo 15 ragazzoni che in campo se le danno di santa ragione. Il nostro obiettivo è quello di entrare nel sociale e far capire che, prima della formazione dello sportivo, prediligiamo la formazione dell’uomo. Rispetto del prossimo ed educazione ormai sembrano valori andati persi ma sono proprio quelli a cui noi puntiamo e per cui vogliamo farci conoscere. L’Amatori Rugby Tricase ha preso parte alla pulizia dei luoghi pubblici, donazioni del sangue e anche corsi di BLSD di primo soccorso, perché l’informazione su sicurezza e salute viene prima di tutto. Queste iniziative si ripeteranno in futuro e speriamo di aggiungere all’ offerta ore di allenamento dedicate a ragazzi meno fortunati sia fisicamente che socialmente per avere un’ integrazione sociale a 360°.
A un anno dalla fondazione, a che punto è il progetto Amatori Rugby Tricase? Cosa manca al rugby salentino?
Fondare una società da zero e senza una cultura alla base è molto difficile e siamo consapevoli che non bastano un paio di anni. Nonostante ciò siamo soddisfatti del lavoro fatto fino ad adesso e stiamo già iniziando a concorrere con le più famose scuole calcio del nostro territorio. L’ostacolo più grande sarà quello di ottenere un campo adatto ma ci stiamo lavorando. Al rugby salentino manca semplicemente la cultura del rugby. Bisogna far capire alla gente che si può vivere anche senza calcio. In chiusura, per dare un forte scossone a tutto il movimento rugbistico pugliese, mi piacerebbe vedere una partita della nazionale italiana di rugby allo stadio “Via del Mare” di Lecce o al “San Nicola” di Bari. Solo con iniziative di questa portata possiamo crescere a livello di popolarità, perché la gente ha bisogno di vedere con i propri occhi cosa significa davvero questo sport. Per chi volesse avere qualche informazione ulteriore ci può trovare sulla nostra pagina facebook, Amatori Rugby Tricase.
Giuseppe Prontera