Il sogno del giovane Di Fiore:«La convocazione con l’Italia? Non volevo crederci»
Sarà il più giovane della comitiva azzurra in partenza per Leeds dove sabato 28 maggio verrà rimesso in palio il “White Ribbon Trophy” nella sfida tra la Nazionale di rugby a 13 italiana e la famosa selezione di BARA (British Asian Rugby Association). Leonardo Di Fiore, ala classe 1997 in forza ai Gladiators di Roma, farà parte dell’Italia dei neo commissari tecnici Pierpaolo Rotilio e Riccardo Marini che si esibirà in terra britannica. Per lui si tratterà della seconda convocazione dopo quella dello scorso anno, nel match che Italia e BARA disputarono allo stadio Tre Fontane di Roma (con vittoria azzurra). «Quando me lo hanno comunicato non volevo crederci – dice Di Fiore – Lo scorso anno è stato bellissimo fare la prima presenza in azzurro, ma ebbi poco spazio. Ora ci riproverò cercando di dare un maggiore contributo alla causa della Nazionale e poi fare una trasferta a Leeds con la maglia azzurra mi darà una carica speciale». Come la maggior parte dei suoi “colleghi” del rugby league, anche Di Fiore si è avvicinato a questa disciplina provenendo dal XV. «Come ho cominciato a giocare? Ero in terza elementare e un’amica di mia mamma Gianna, che aveva conosciuto il rugby e aveva portato il figlio a giocare a Frascati, le consigliò di provare. Da quel momento non ho più smesso: ho fatto alcuni anni di giovanili a Frascati, poi mi spostai all’Appia rugby nell’anno dell’Under 18 e da quest’anno gioco al Cus Roma. Al rugby league mi sono avvicinato proprio tre anni fa quando stavo addirittura per abbandonare il mondo della palla ovale per i tanti problemi che condizionarono l’allora Rugby Frascati. Sebastian Velazquez (l’attuale coordinatore delle Nazionali giovanili azzurre, ndr) e Riccardo Marini mi convinsero a provare il XIII che mi piacque subito per la grande velocità d’azione e per la semplicità di gioco». Ora tornerà a indossare la maglia azzurra: il sogno di Di Fiore continua.