“Cus Ad Maiora Rugby 1951”, a Torino nasce la prima public company
E’ nata la prima public company del rugby italiano. L’iniziativa è del Cus Torino che ha presentato ieri mattina nella propria sede il nuovo progetto dal nome “Ad Maiora Rugby 1951”.
Cus Torino Ad Maiora Rugby metterà a disposizione 151 quote supporter, del valore di 900 euro l’una. La prenotazione della sottoscrizione sarà poi valutata dal CDA societario e, se accettata, darà diritto a ricevere una serie di servizi esclusivi che permetteranno agli azionisti di vivere in maniera diretta e coinvolgente la vita societaria: una maglia numerata pezzo unico socio sostenitore, 2 biglietti per la partita test match Italia – Australia del 9 Novembre 2013 a Torino, la partecipazione ad un evento esclusivo per i soci con la partecipazione della Nazionale Italiana, 2 abbonamenti tribuna per assistere alle partite casalinghe delle squadre cussine, l’accesso alla club house, un evento annuale terzo tempo supporter con atleti e tecnici della squadra, possibilità di accedere gratuitamente al Fitness Supporter Program guidato dal coach Regan Sue e dai giocatori/giocatrici di serie A organizzato presso l’impianto, la partecipazione all’evento “Ad Maiora” che si terrà nel mese di giugno per i soci”.
Per diventare socio è possibile compilare il modulo scaricabile dal sito internet www.admaiorarugby.it/areasoci.
«Il progetto – ha dichiarato Andrea Ippolito, direttore generale del Cus – affonda le radici nella storia rugbistica universitaria torinese nata nel 1951, ispirata ad un modello di finanziamento che per la prima volta in Italia è rivolto alle aziende, e questa non è una novità, ed alla diffusione della proprietà azionaria presso il pubblico degli appassionati. Si tratta di una società sportiva a responsabilità limitata, senza finalità di lucro, che ha obiettivi chiari e programmati già per i prossimi 6 anni di vita».
«Partiamo da una base solida – ha spiegato il presidente D’Elicio – con la prima squadra maschile e femminile in serie Serie A, ed un settore giovanile di quantità, sono 500 i tesserati cussini alla FIR, e qualità, una finale nazionale under 16 nella passata stagione, 7 atleti under 16 selezionati per l’Accademia federale neonata a Torino, ed altri già inseriti nelle selezioni nazionali giovanili. Nei primi tre anni l’obiettivo è la promozione della prima squadra in A1 ed il consolidamento tecnico del settore giovanile dal punto di vista qualitativo, per portare a casa il primo scudetto italiano giovanile. Il tutto sarà accompagnato da investimenti sulla formazione del settore tecnico, nell’organizzazione societaria che, mantenendo il modello misto manageriale/volontario, introdurrà gradualmente alcune figure manageriali: un Direttore Generale prima ed un Direttore Sportivo poi, che avranno la funzione di coordinare e capitalizzare il lavoro dello staff volontario».
«Attualmente – continua D’Elicio – il centro sportivo Angelo Albonico sede del rugby universitario è di proprietà della Provincia, ma per costruire “la casa del rugby piemontese” è necessario avere la proprietà dell’impianto o almeno una concessione che ci consenta di progettare gli ingenti investimenti strutturali necessari (spogliatoi, club house, tribune) a far diventare l’Albonico il punto di riferimento per tutte le famiglie e gli appassionati di rugby del Piemonte. Nel secondo ciclo triennale il traguardo è di arrivare all’Eccellenza, ed a livello giovanile lottare in tutte le classi di età per il massimo riconoscimento nazionale. A livello quantitativo l’obiettivo è arrivare alla quota di 1000 tesserati, anche attraverso una politica di decentramento sulla città delle scuole di rugby Ad Maiora».
Il primo socio sostenitore è stato il noto imprenditore Marco Boglione, che ha ricevuto la prima maglia targata “Ad Maiora” dalle mani del numero uno cussino Riccardo D’Elicio. Boglione ha osservato che «nella vita amo le imprese e gli imprenditori che per sopravvivere hanno bisogno di saper vedere quello che succederà dopo. Ritengo importante che il CUS Torino sia la casa di questo progetto perché è una garanzia di solidità e di continuità. Credo nel concetto di Ad Maiora: non si può sopravvivere senza migliorare. Quando mi è stato presentato il progetto, ho pensato che il CUS Torino fosse l’unica cosa bella rimasta dopo le Olimpiadi del 2006. Credo molto anche nell’azionariato diffuso che permetta il coinvolgimento di un gran numero di persone e conseguentemente la polverizzazione dei rischi».
E’ stata, infine, consegnata la maglia del progetto Ad Maiora a Carlo Checchinato, ex azzurro e attuale componente della FIR, in veste di testimonial tecnico ed ha sottolineato: «credo molto in questo progetto e ritengo che queste iniziative siano indispensabili per far crescere ulteriormente il nostro movimento che, come tutto lo sport in questo momento, sta attraversando un momento di grande difficoltà».