Il sogno con la Nazionale U17 di Andrea Papa:«In Accademia respiriamo rugby. Ai ragazzi pugliesi manca proprio questo»
Il movimento giovanile pugliese comincia a raccogliere i suoi primi frutti ed è dai vivai di Trepuzzi e Brindisi che arrivano le prime soddisfazioni. Gli “accademici” Papa e Ferrarese sono stati convocati con la Nazionale Under 17 per le partite che si giocheranno il 19 febbraio a Recco e il 22 dello stesso mese a Livorno contro le Accademie Francesi del nord e dl sud del Paese.
Abbiamo raggiunto telefonicamente Andrea Papa, classe 1997, per complimentarci per questo primo traguardo raggiunto. La sua storia rugbistica nasce nell’aprile di 3 anni fa, quando frequentava la terza media a Squinzano, è fu introdotto da Osvaldo Schiavone, Prof. Di Educazione Fisica dell’Istituto “G. Carducci”, al primo raduno di Rugby che si teneva nella sua città.
Come nasce la tua passione per la palla ovale?
«Muovo i primi passi nel mondo del rugby solo tre anni fa. È nato tutto per caso, mi è bastato partecipare ad un raduno scolastico per rimanere in quel rettangolo di gioco. L’anno successivo ero convocato nella Selezione Regionale di categoria e militavo nella U16 del Trepuzzi conquistando, dopo solo una stagione, la fiducia del tecnico e la fascia di capitano»
Un percorso breve, che ha portato al ragazzo ottimi riconoscimenti sul campo. Viene nominato “Miglior Giocatore” al Torneo “Filomena Ricci” di Benevento dove la Puglia U16 partecipa con due selezioni poi, nel settembre del 2013, viene selezionato dall’Accademia Federale e da qui comincia l’ascesa che lo porterà alla convocazione nella Nazionale di categoria. Cosa prova un giocatore quando arriva la “chiamata”?
«È un’emozione difficile da spiegare. Provo solo una grande gioia e francamente non me l’aspettavo. Credo di dover imparare ancora tanto ma sono felice di aver conquistato la fiducia dei tecnici con cui lavoro… saprò ripagarli!»
Hai avuto una crescita esponenziale, ed hai ancora tanto da dimostrare. Com’è la vita in Accademia e quanto conta essere stato selezionato?
«In Accademia incontri l’essenza del Rugby ed entrarci vuol dire tanto. C’è un impegno costante da parte di noi giocatori, ci vogliono dedizione e sacrificio. Ci alleniamo dal lunedì al giovedì con sessioni previste o al mattino presto, perché poi c’è la scuola, o al pomeriggio. Il venerdì siamo a disposizione del club con il quale disputiamo la partita domenicale, solo il sabato è di riposo. Frequentiamo una scuola statale e siamo seguiti da due tutor, uno per le materie umanistiche e uno per le materie tecniche».
Ma i risultati arrivano! Confrontando i due “mondi”, cos’è che secondo te manca al movimento pugliese?
«A Benevento, ed in particolare in Accademia, respiriamo Rugby. Forse, tra i ragazzi pugliesi, manca proprio questo: conoscere ed apprezzare affondo quello che questo sport ti offre. Inoltre, una grossa mancanza è rappresentata dalle infrastrutture ma io, per mia fortuna, provengo da una società che ha saputo valorizzare anche questo aspetto… il Trepuzzi»
Questa “vetrina” ti può lanciare nel mondo del Rugby che conta: quali sono le tue ambizioni?
«Innanzitutto voglio fare bene e sfruttare al massimo questa opportunità. Per il futuro non mi pongo limiti, voglio arrivare più in alto possibile. Sogno di giocare in Francia nello Stade Français e, soprattutto, vorrei indossare l’azzurro della Nazionale maggiore e portare a casa qualche bella soddisfazione. Sarà il modo migliore per ringraziare chi ha creduto in me: il Preside Prof. Mino Rollo e il Prof. Osvaldo Schiavone che mi hanno proposto di cominciare, Fabio Scippa e tutta la Salento XV Trepuzzi Rugby che mi ha dato la possibilità di giocare, coach Alberto Follo che mi ha insegnato tanto e al quale devo molto, tutti i tecnici che mi aiutano in questa esperienza accademica e soprattutto la mia famiglia che mi è sempre vicino… due persone su tutte? Mio nonno Antonio e mia sorella Sissy che, pazientemente, mi accompagnavano al campo per gli allenamenti… senza di loro non sarei arrivato fin qui»
Il futuro del rugby pugliese è florido e la storia di Andrea ne è la prova. In bocca al lupo a lui e al suo compagno d’avventura Paolo Ferrarese… con voi ci sarà sempre anche il nostro sostegno.
Fabio Manta
ph. Franco Fiore