Andrea Gritti: «Eccellenza a due velocità. Serve migliorare la base a livello tecnico»

Andrea Gritti: «Eccellenza a due velocità. Serve migliorare la base a livello tecnico»

Dopo aver sentito la voce degli allenatori che hanno affidato a Gazzetta del Rugbista speranze e obbiettivi per il prossimo campionato di Eccellenza, chiudiamo il cerchio con le parole di Andrea Gritti, ex seconda linea della Nazionale italiana e ora commentatore di Rai Sport.

Andrea, cosa pensi del livello dell’Eccellenza? È inferiore rispetto agli anni scorsi?

Beh, i permit che sono andati alle Zebre nell’ultima partita, come Canna e Castello, o come Sutto e Semenzato, che però hanno già un trascorso in Pro 12, hanno dimostrato di poter stare a questo livello. Lo stesso Canna ha fatto un triplo salto dall’Eccellenza all’esordio al Millenium, nel Mondiale. Al di là della singola occasione hanno dimostrato di poter giocare ad un certo livello, anche se ancora devono crescere e migliorare. L’Eccellenza, almeno nelle sue massime espressioni, ha una certa qualità, soprattutto per quanto riguarda la fisicità. I principali problemi sono due: il ritmo non adeguato e una scarsa cura del particolare tecnico. Si vedono alcuni errori che in passato, quando gli skills erano curati meglio, non si vedevano mai. Con le franchigie molti giocatori di livello sono andati via dall’Eccellenza e ora si vedono i primi risultati del percorso di formazione. Complessivamente il livello non è basso ma c’è troppa differenza tra il gruppo dei primi e gli altri.

Rispetto ad altri campionati, l’Eccellenza fa ancora fatica ad attirare l’attenzione del grande pubblico?

C’è da dire che, a livello mediatico, è il rugby in generale che fa fatica. È vero che venivano trasmesse su Sky, però le partite della Nazionale al Mondiale sono state seguite da duecento mila persone più o meno. In Giappone, la partita con il Sud Africa, ha registrato circa venti milioni di contatti. Per diffondere bene l’evento è necessaria una programmazione pluriennale, che abitui lo spettatore a seguire un dato campionato sullo stesso canale, un po’ come succede con il campionato di Eccellenza, che è trasmesso da anni sulla Rai. Un altro aspetto fondamentale è quello che riguarda la presenza negli stadi. Lo spettacolo è dato anche dalla cornice di pubblico: trasmettere una partita con lo stadio semivuoto non è una bella cosa.

Possiamo dire che l’Eccellenza sia lo specchio del movimento rugbistico italiano?

L’Eccellenza non può essere lo specchio dell’intero movimento perché dovrebbe rappresentare solo una tappa del percorso di sviluppo di un giocatore. Facendo una stima veloce di 350 atleti di Eccellenza, 35 per squadra, c’è una diversità molto accentuata tra giocatori pronti a fare il salto di qualità e giocatori che non lo potranno mai fare perché non ha la qualità per fare questo passaggio. È un campionato in cui ci sono due diverse velocità, con squadre che si allenano mattina e pomeriggio e squadre che si allenano solo la sera.

Quale potrebbe essere un modo per migliorare questa competizione?

Anche se non commento l’Eccellenza cerco di guardare quasi tutte le partite. Per migliorare l’Eccellenza, occorre migliorare la base, partendo dalle giovanili, come si sta già facendo. C’è bisogno di tempo, non esiste una soluzione che cambi le cose da un anno all’altro. È necessario che escano ragazzi formati non solo dal punto di vista fisico, ma anche dal punto di vista tecnico. Manca la cura della tecnica individuale. La conseguenza di ciò è un eccesso di errori che va a pesare sulla qualità del gioco.

Quali sono le squadre che puntano ai playoff? Chi sarà in lotta per non retrocedere?

Dopo la prima giornata, le decisioni del giudice sportivo possono risultare determinanti. Mogliano si trova già con otto punti di ritardo, ma potrebbe essere un problema relativo in ottica playoff. Più pesante la situazione di L’Aquila che, con -4 in classifica, potrebbe vedere compromessa la lotta per la salvezza. Per quanto riguarda i playoff Calvisano, Rovigo e Mogliano sono senza dubbio tra i papabili. Fiamme Oro partono senza Canna, senza Benetti e con un nuovo allenatore. Servirà tempo per assimilare il nuovo gioco e trovare equilibrio in mediana, dopo i fasti della scorsa stagione. Viadana è tra i pretendenti, la Lazio è partita bene, mentre San Donà lo scorso anno ci ha provato fino all’ultimo. Piacenza, che però ha fatto un buon primo tempo contro Calvisano, e L’Aquila partono con obbiettivi diversi. Prima di poter fare altri discorsi dovranno raggiungere la salvezza.

Ci sono dei giovani che possono stupire quest’anno?

Iniziamo a conoscerli solo ora i giovani di questo campionato. Dati gli ampi margini di crescita potremmo ritrovarci con diverse sorprese a fine campionato. Ce ne sono alcuni già pronti per il salto di qualità, penso a Bellini del Petrarca o a Castello e Mbandà del Calvisano. Sono solo alcuni dei nomi ma potrebbero essercene tanti altri. I prospetti interessanti non mancano, ma occorre capire come riusciranno a crescere. Non basta un anno di Eccellenza per essere pronti per la Pro 12, altrimenti il rischio è quello di non riuscire a gestire il doppio salto dalle giovanili, all’Eccellenza e alla Pro 12.

Giuseppe Prontera