I Briganti Rugby Librino: ama l’ovale, odia il razzismo
Questa settimana torniamo a parlare di giovani e lo facciamo con Piero Mancuso, responsabile del settore giovanile dei Briganti Rugby Librino. Anche stavolta corre l’obbligo di comunicare al lettore il mio personale “conflitto d’interesse” , in quanto facente parte dello staff tecnico.
Piero, parliamo dei Briganti: da dove partiamo?
Quest’anno festeggiamo il decennale della nascita dei briganti e non si può che partire da questo. Il club inizia ad avere una sua storia ed un importante bagaglio di esperienza dentro e fuori dal campo.
Obiettivo di questo e dei prossimi anni è quello di consolidare la struttura che si è man mano costruita. Adesso proponiamo un’attività completa, dall’under 8 fino alla squadra seniores, passando attraverso il tutoraggio di alcune scuole e promuovendo progetti socio sportivi abbinati all’attività agonistica di campo.
In particolare, grande merito va dato ai responsabili delle attività scolastiche e di minirugby, Marco Cannavò e Danilo Gambino ed al loro staff, capace di attivare iniziative sia presso le scuole sia presso il campo San Teodoro, che alcuni pomeriggi a settimana viene letteralmente invaso da giovani minirugbisti.
Un’altro anello forte della catena dei briganti è poi Angelo Scrofani che oltre che seguire il gruppo della prima squadra, si occupa dell’attività under 14. Io personalmente ritengo Angelo uno dei più preparati allenatori/educatori in circolazione ed i risultati del gruppo under 14 (non solo quelli agonistici) lo dimostrano anno dopo anno.
Siamo entrati nella seconda fase dei vari campionati giovanili: com’e’ il vostro bilancio personale?
Molto positiva la stagione del settore giovanile, in particolare dell’under 16 che, nonostante questa stagione abbia perso una sola partita sulle dieci disputate, per un solo punto in meno in classifica non è stata ammessa al girone che determina la squadra vincitrice del titolo regionale. Peccato davvero, i ragazzi lo avrebbero meritato per quanto dimostrato sul campo
Discorso parziallmente diverso per l’ under 18, che disputera’ domenica prossima la partita di ritorno contro l’Amatori Catania. Sono abbastanza soddisfatto del campionato sin qui disputato, tra mille difficolta logistico/organizzative, infortuni e qualche squalifica, ma ci sono ancora tante cose da sistemare, alla luce di quello che e’ il nostro progetto, non solo tecnico, ma socio – educativo.
Parliamo di prima squadra: che campionato state disputando?
La squadra seniores ha avviato un nuovo ciclo, è molto ringiovanita ed ha cambiato la guida tecnica. Siamo fiduciosi che presto arriveranno dai buoni risultati perchè il lavoro paga non abbiamo dubbi. Domenica prossima ci giochiamo la permanenza in C1 con I Cavalieri/Briganti di Messina del nostro Andrea Bucchiarone. Dico nostro perche’ nonostante il cambio di maglia Andrea ha dimostrato di essere un Brigante nel Dna.
Progetti nell’immediato futuro?
In questo momento siamo alle prese con l’organizzazione della decima edizione del Torneo Iqbal Masih, uno dei più importanti tornei giovanili che si disputano a sud di Roma.
Anche quest’anno (si giocherà il 23 ed il 24 aprile) Librino sarà invasa da giovani e giovanissimi rugbisti, alcuni provenienti da Malta e dalla Toscana per contendersi la vittoria delle diverse categorie (under 8, 10, 12, 14 e seven u18), ma soprattutto per godere di una giornata di sport e divertimento.
Ma la nostra attenzione è anche rivolta alla preparazione della campagna di crowdfunding che sarà lanciata ad inizio aprile e che avrà come obiettivo la raccolta dei fondi necessari per dotare il campo San Teodoro – che adesso finalmente gestiamo ufficialmente – di un fondo di gioco in erba naturale.
Altro appuntamento in vista è il Torneo Old No Tav No Ponte No Muos che si tiene tradizionalmente ogni Primo Maggio al campo San Teodoro, con ospiti che giocano a rugby, ma discutono anche della salvaguardia dei territori.
So che aspetti da tempo di poter dire la tua su un argomento molto attuale: le franchigie giovanili. Eccotene l’occasione, nella speranza che la tua vena polemica non sia a livello di guardia.
La decisione di non entrare a far parte delle franchigie nasce dal fatto che riteniamo che gli obiettivi di risorse e club dovrebbero essere quello di alzare il proprio livello medio (organizzativo e tecnico) e di promuovere la diffusione nel territorio del rugby proprio dove non c’è. Mi spiego: i risultati espressi dal campo sono – a nostro avviso – una proiezione quanto mai realistica della qualità del nostro movimento. Se abbiamo tutte queste difficoltà a raggiungere la serie A il motivo è dovuto al fatto che non siamo ancora pronti a raggiungerla (fermo restando che facciamo il nostro in bocca al lupo a quanti sono in lizza per essere promossi già quest’anno).
Le franchigie giovanili – che possono anche ottenere ottimi risultati – in un certo qual modo nascondono questo gap tecnico organizzativo, sul quale invece bisognerebbe intervenire. Se saremo in grado di colmare le differenze con aree più strutturate ed evolute, ben vengano le franchigie, magari un torneo di franchigie, dato che lo scontro franchigia vs singolo club suona un pò beffardo.
Insomma a nostro avviso la strada è ancora molto lunga e passa dalla crescita dei singoli club e dalla capillarizzazione dell’attività agonistica, ogni forma di accelerazione che salti questi passaggi non ci sembra “sostenibile” e non serve a risolvere i problemi del rugby siciliano.
Umberto Bonaccorsi