Parte dal Veneto la sfida al presidente Gavazzi
Ad un anno circa dalle prossime elezioni per il nuovo presidente della Federazione Italiana Rugby e il Veneto rugbistico inizia già a muovere i primi passi con un’assemblea svolta a Rovigo in cui emerge la voglia di cambiare rotta rispetto a quella intrapresa dall’attuale presidente Gavazzi.
Un’assemblea a cui hanno partecipato quasi tutte le realtà rugbistiche del territorio ad esclusione del Vicenza e Rubano (il San Donà, giunto in ritardo alla convocazione, non ha ritenuto comunque di proseguire con la partecipazione), dove si è sfiorata l’unanimità (95%) del consenso nel rappresentare unito il movimento con l’obiettivo di proporre un’alternativa programmatica all’attuale gestione federale del rugby italiano.
Con questa assemblea si è aperta ufficialmente la sfida al presidente Gavazzi.
Di seguito il comunicato ufficiale e il documento “Rugby-Pronti per il cambiamento”.
Due ore di appassionato confronto ospitato presso la Club House dello Stadio Battaglini di Rovigo alla presenza della quasi totalità del rugby veneto (presenti direttamente o su delega tutte le società venete ad eccezione di Rubano e Vicenza, mentre San Donà giunge in ritardo ma ritiene comunque di non proseguire con la partecipazione) scaturiscono la storica decisione di rappresentare unito il movimento nell’obiettivo di proporre un’alternativa programmatica all’attuale gestione federale del rugby italiano.
Introdotto dal saluto del “padrone di casa” Francesco Zambelli, presidente della Femi-CZ Rovigo Delta (“Siamo qui per rendere concreto il tentativo di contribuire ad un cambiamento vero per tutto il movimento: di fronte a noi c’è un anno per definire i dettagli del progetto alternativo all’attuale impostazione data alla Federazione al rugby italiano, questa sera si stanno gettando le basi per una condivisione possibile che ci veda tutti uniti per un reale rinnovamento”), l’incontro ha visto il presidente del Comitato Regionale Veneto Marzio Innocenti condividere con la platea la genesi, i contenuti e le finalità del progetto, le cui linee generali sono sintetizzate nel documento “Rugby – Pronti al cambiamento” di seguito riportato nella sua versione integrale.
“A distanza di tre anni dalle elezioni federali, passato il tempo necessario per esprimere una valutazione oggettiva, credo vi siano le condizioni per poter affermare che il progetto dell’attuale federazione non sia il progetto giusto per il nostro sport”, le parole del massimo dirigente regionale. “Abbiamo cominciato a fare un tour delle altre regioni per verificare se questa considerazione fosse condivisa, e così abbiamo riscontrato finora in Liguria, Piemonte, Romagna, Emilia, Brescia, Milano, Sicilia, Lazio e Toscana: da parte di tutti viene chiesto al Veneto di “guidare” la rinascita del movimento.”
“Il Veneto, in questo momento storico e grazie all’unità generale delle sue componenti, intende CONDIVIDERE un progetto con tutto il resto del movimento in Italia, apportando ognuno per la sua parte il proprio contributo”.
“I problemi in giro per il Paese sono gli stessi che abbiamo qui in Veneto, dalla carenza di strutture, a quella dei tecnici, alla distruzione progressiva del senso di appartenenza ai club data dal sistema di Accademie e Centri di Formazione, considerato che tutto quell’investimento in denaro e risorse avrebbe – se utilizzato diversamente a supporto dei club – dato risultati certamente differenti”.
“In giro c’è però ancora tanta PASSIONE, e questa passione – di fronte ad un progetto vero, serio e realmente condiviso – è pronta a diventare il nostro patrimonio più importante: IN QUESTI TRE ANNI IL VENETO SI È CONQUISTATO SUL CAMPO QUESTA ASPETTATIVA E QUESTA RESPONSABILITA’, UN RUOLO-GUIDA CHE VIENE CHIESTO DALLA MAGGIOR PARTE DEL MOVIMENTO DI BASE ITALIANO”.
La finalità del progetto non è certo quella di essere CONTRO nessuno, ma A FAVORE del nostro amato rugby: gli antagonismi fini a se stessi non trovano spazio nella nostra proposta, ma è arrivato il momento che il Veneto prenda in mano il proprio destino, e con esso anche quello di tutto il movimento, sapendo che non è certo una decisione né facile né comoda da prendere. Si tratta di un’assunzione di responsabilità, e questa sera viene chiesto a tutti di avere la forza di prenderla pensando al bene del nostro sport”.
E’ poi intervenuto Roberto Zanovello, presidente CUS Padova e redattore del documento con le linee generali del programma: “Condivisione significa confronto: l’elemento fondamentale è la FINALITA’, e la domanda da porsi è QUESTO MODO DI GESTIRE IL RUGBY IN ITALIA CI VA BENE O NO? Il documento programmatico che vogliamo condividere con il movimento NASCE in Veneto ma NON SI ESAURISCE in Veneto. Occorre costruire un PERCORSO: non si pretende certo questa sera di estinguere la costruzione di questo programma, ma quantomeno di gettare i semi per un ragionamento da cui possa scaturire un pensiero di sintesi”.
“Fondamentale è la necessità di riportare la CENTRALITA’ DEI CLUB al ruolo di baricentro del rugby italiano, con tutta una serie di meccanismi che sono ben individuati nel documento e che hanno nella imprescindibilità della FORMAZIONE e nel rispetto delle SPECIFICITA’ TERRITORIALI i punti cardine. Vanno potenziati i Comitati Regionali, razionalizzando le spese secondo l’irrinunciabile principio della TRASPARENZA, attraverso una chiara PREVENTIVA individuazione degli obiettivi, un monitoraggio del loro iter ed una RENDICONTAZIONE del loro raggiungimento, positivo o negativo che sia”.
Spazio poi all’intervento della platea, con le posizioni di distinguo – non tanto sui contenuti, quanto sul metodo, ritenendo di non potersi esporre con una presa di posizione prima del necessario passaggio all’interno dei rispettivi club e di un ulteriore confronto allargato – da parte del Rugby Mirano e del Valsugana Rugby.
A chiusura di serata, l’intervento del presidente della Benetton Rugby, Amerino Zatta, ha sottolineato come la lealtà e la coerenza dei comportamenti, una volta presa la decisione di appoggiare e di sentirsi parte del progetto, ne siano elementi imprescindibili fino alla fine.
Per alzata di mano, l’assise ha quindi decretato – con un’adesione vicina al 95% sfociata in un grande applauso – di dare formale mandato al Comitato di farsi promotore del progetto, che partendo dalle linee generali verrà nelle prossime settimane implementato di contenuti e dettagli, individuando nel suo percorso anche i soggetti incaricati a rappresentarlo in sede ufficiale ed istituzionale.