Grande Italia ma non basta

Grande Italia ma non basta

Allo Stadio Olimpico di Londra si è appena conclusa la partita più importante per l’Italia di Brunel. Di fronte l’Irlanda nella terza giornata di questa World Cup. La quarta contro la quattordicesima del ranking. Speranze ce n’erano poche, pochissime contro chi negli ultimi due anni ha vinto due Sei Nazioni e ha perso 4 gare nelle ultime 21 partite giocate. Il cuore doveva avere la meglio sui muscoli e l’esperienza, Davide doveva vincere contro Golia. E invece così non è stato. L’Italia ha perso, ma a testa altissima. Certo è che una sconfitta resta una sconfitta, anche se ottenuta con uno spirito e un agonismo da applausi. Abbiamo pagato errori anche banali, abbiamo perso palle da rimessa laterale troppe volte. Ma più di così si poteva fare ben poco. 16-9 il risultato finale, grande Italia. Peccato non sia bastato.

PRIMO TEMPO: È iniziata nel peggiore dei modi per l’Italia. Dopo appena tre minuti Garcia è stato costretto ad abbandonare il campo a causa di un infortunio. Ma a differenza delle prime due partite contro Francia e Canada, gli azzurri hanno iniziato con più convinzione. Non è bastato a fermare i verdi che all’ottavo minuto si sono portati in vantaggio con Sexton grazie ad una punizione in seguito a fuorigioco. 3-0. Ma gli azzurri hanno avuto più coraggio, la difesa dell’Irlanda è sembrata meno invalicabile di quanto si potesse pensare. E in avanzamento l’Italia ha guadagnato una punizione trasformata da Tommaso Allan al 15esimo. 3-3. Al 18esimo black out. L’Irlanda ci ha rubato palla su rimessa laterale e Earls ha segnato la prima meta della gara. Sexton ha completato il punto con il calcio tra i pali. 10-3. Ma l’Italia è rimasta in piedi, lottando con i denti e alla pari con l’Irlanda. Al 25esimo ha accorciato le distanze con il secondo piazzato di Allan. 10-6. Lo spirito è stato quello giusto, così come l’approccio. Come al solito abbiamo pagato le disattenzioni, ma la mentalità è stata nettamente un’altra rispetto alle prime due gare. Più sicuri, con personalità, senza paura. E la prima frazione di gioco si è chiusa 10-6.

SECONDO TEMPO: Il secondo tempo è iniziato come il primo. L’Italia ha cominciato ad attaccare, ad essere aggressiva, a chiudere gli spazi all’Irlanda che è stata costretta a sbagliare diverse volte. Al 48esimo gli azzurri sono stati vicinissimi alla prima meta con Furno, ma un piede fuori dalla linea non ha concesso di validare la segnatura. Al 52esimo Tommaso Allan ha messo a segno la sua terza punizione della partita, portando il punteggio a -1. 10-9 per un’Italia che non ti aspetti, mai vista così aggressiva. Al 58esimo l’Irlanda però ha allungato nuovamente le distanze, sempre con un calcio da fermo di Sexton. 13-9. Ed è sembrata una tattica, perché i verdi di Schmidt hanno iniziato a cercare punizioni su punizioni e gli azzurri sono caduti nella trappola. Nuova punizione di Sexton tra i pali e 16-9 Irlanda. A questo punto l’Italia ha iniziato a perdere un po’ di energie, non la concentrazione però. Al 65esimo da segnalare la standing ovation per la sostituzione del capitano azzurro Sergio Parisse, un guerriero che non si allenava da un mese e ha disputato 65 minuti ad altissima intensità. Tutta Londra gli ha voluto tributare un minuto di applausi. Al 72esimo l’Irlanda è rimasta in inferiorità numerica a causa dell’ammonizione di O’Mahony. Gli azzurri hanno continuato a pressare per cercare di recuperare palla e ribaltare tutto, ma gli irlandesi ci hanno rispediti sempre nella nostra metà campo. Al 79esimo l’ennesimo calcio piazzato per Sexton, sbagliato. L’ultimo attacco azzurro è stato tutto cuore ma non c’è stato nulla da fare. L’Irlanda ha vinto 16-9 contro una grande Italia. Gli azzurri hanno portato a casa un punto di bonus e niente più. Anzi no, un grande spirito da guerrieri.

Valerio Nisi