World Cup U20, giovani ma spettacolari. Cronaca delle entusiasmanti finali

World Cup U20, giovani ma spettacolari. Cronaca delle entusiasmanti finali

Sabato 20 Giugno, gli occhi di tutti il mondo ovale erano puntati su Cremona, sullo Zini, storico campo della Cremonese, tempio del calcio grigiorosso. Sul rettangolo verde si è assistito ad una meravigliosa giornata di rugby, con prestazioni e atleti di altissimo livello. In programma c’erano tre finali. Dopo la vittoria con cui l’Italia è riuscita a garantirsi la permanenza nel girone Élite dei mondiali under 20, condannando le Isole Samoa a scendere nel purgatorio dello Junior World Rugby Trophy al posto della Georgia, si sono disputate le finali più importanti, per assegnare le prime quattro posizioni.

La prima delle due finali, in programma alle 18:30 e valida per il terzo posto, ha visto di fronte Francia e Sudafrica. La partita è stata molto bella, intensa ed emozionante. La Francia parte forte e si porta subito in vantaggio. Nei primi minuti il Sudafrica sembra quasi non essere sceso in campo, facendo errori banali e dimostrando di non avere la capacità di interrompere le trame dei Bleus e contrattaccare. Dal ventesimo del primo tempo, però, cambia tutto. Gli Springboks mettono a segno una meta praticamente ogni sei o sette minuti, con un ispiratissimo Thomson che non sbaglia una conversione. Il primo tempo si chiude con una netta dimostrazione di forza da parte dei sudafricani che vanno negli spogliatoi con un parziale di 8 a 28 in proprio favore. Una straordinaria dimostrazione di qualità e di concretezza. Il secondo parziale si apre con una meta di mischia non trasformata dei francesi dopo solo due minuti. Al nono la partita sembra destinata a riaprirsi perché la Francia segna ancora e si porta sul 18-28. Dopo dieci minuti il solito Thomson spegne le velleità di rimonta dei Galletti con la punizione che significa 18-31. Non basta il giallo di Liebenberg a mettere in discussione il risultato.

Alle 20:30, finalmente, hanno fatto il loro ingresso in campo la Nuova Zelanda e l’Inghilterra, vincitrici di sei dei sette campionati del mondo under 20 finora disputati. Si scontrano quelle che con ogni probabilità sono le scuole rugbistiche più importanti del proprio emisfero. Mentre scende la sera e lo stadio inizia a riempirsi in misura adeguata partono gli inni delle due squadre. Un nutrito numero di sostenitori della squadra di sua maestà canta a squarciagola “God Save the Queen”, insieme agli atleti in maglia bianca sul terreno di gioco. Dopo gli inni arriva il momento più atteso di ogni partita degli All Blacks, è il momento dell’Haka che il pubblico ammira in religioso silenzio, facendo da perfetto contrasto alle urla dei giocatori in campo. La Haka dal vivo vale da sola il prezzo del biglietto. La partita inizia con un dominio assoluto da parte degli inglesi che già al terzo minuto trovano la via della meta con Clark. Il primo centro sfrutta alla grande un buco lasciato scoperto dalla formazione neozelandese e regala i primi sette punti alla sua squadra. Al nono minuto i Baby blacks accorciano le distanze con un piazzato di Black. Questi punti appaiono quasi come un’eccezione isolata all’assoluto dominio inglese. Al tredicesimo Jennings porta i suoi sul 3-10- L’Inghilterra sembra avere in mano la partita ma non riesce a concretizzare la sua supremazia. Intorno al venticinquesimo minuto accade la svolta. Il numero 22 neozelandese, appena entrato in campo, resiste ad un placcaggio multiplo ma molto confusionario delle difesa inglese e vola in meta: 8-10. Al trentaseiesimo, il calcio di Black permette alla Nuova Zelanda di chiudere il primo tempo in vantaggio. Una punizione anche troppo severa per l’Inghilterra che non è riuscita a concretizzare un inizio sprint, facendosi rimontare dagli avversari. Il secondo tempo parte con i tuttineri che vanno in meta dopo soli cinque minuti con Ioane. Black non sbaglia e si va sul 18-10. Dopo quattro minuti il XV della Rosa si porta sul 18-13, ma l’episodio che ha infiammato il secondo tempo avviene al cinquantaduesimo. Packman, il numero 11 inglese, raccoglie un calcio a scavalcare e si lancia verso la meta. Prima di essere placcato calcia la palla per il numero 23, O’Conor, che va a segnare. Dopo aver consultato il TMO, l’arbitro decide di annullare la meta, giudicando irregolare la posizione di partenza di O’Conor e facendo infuriare Coach Walshe e tutto lo staff tecnico inglese. I britannici accusano il colpo ma provano a reagire e, al minuto 55, si portano sul 18-16. La Nuova Zelanda ristabilisce le distanze dopo tre minuti. Nei minuti finali l’Inghilterra prova a riportarsi in carreggiata ma manca la necessaria lucidità per portare un affondo davvero in grado di impensierire i Baby Blacks.

Nuova Zelanda campione del mondo under 20 per la quinta volta in otto edizioni. Anche questa volta i migliori sono loro. Chapeau!

Giuseppe Prontera