Un down in panchina? Il Trepuzzi risponde alle accuse

Un down in panchina? Il Trepuzzi risponde alle accuse

Nei giorni scorsi la Commissione Federale si è pronunciata in merito al ricorso della Polisportiva Trepuzzi Rugby 1997 sulla partita disputata il 20 ottobre 2013 sul campo dell’Union Santeramo. Riportiamo lo stralcio del comunicato:«La […] Società Rugby Union Santeramo ASD in persona del presidente pro tempore per responsabilità oggettiva ai sensi dell’art. 4 e dell’art. 21 del Regolamento di Giustizia in ordine agli illeciti ascritti ai propri tesserati, con l’attenuante dell’aver adempiuto a doveri inderogabili di solidarietà sociale (art. 2 Cost.) per avere, in occasione della gara Rugby Union Santeramo vs. PoI. Trepuzzi del 20.10.2013 valida per il campionato Under 18, inserito tra i giocatori legittimati a prendervi parte il sig. Pierpaolo Lamanna, indicato come “Oronzo”, in lista gara, nonostante non fosse tesserato per detta società e fosse di età maggiore a quella di categoria, quindi per essersi adoperati nei confronti dei dirigenti della società Trepuzzi Rugby affinché gli stessi non denunciassero agli Organi federali competenti le condotte sopradescritte.

La vicenda può così riassumersi: nel corso di un incontro la società Rugby Union Santeramo ha fatto sedere in panchina un atleta non correttamente inserito in lista gara, e fuori età. Dagli accertamenti svolti dalla Procura Federale, è risultato che si è trattato di un ragazzo affetto da sindrome di down, che partecipa alle attività sportive della società, senza tuttavia prendere parte ad incontri ufficiali, e che dalla frequentazione dell’ambiente rugbistico trae evidenti ed importanti benefici. Solo allo scopo di gratificare il giovane, rendendolo partecipe di una esperienza altrimenti preclusagli per ragioni oggettive, la società ha ammesso in panchina il ragazzo, benché non inserito regolarmente tra gli atleti.

Come confermato in corso di giudizio, egli non prese parte all’incontro e, quindi, l’intera vicenda può essere confinata nell’alveo della violazione dell’art. 19 R.G. essendosi comunque trattato di violazione del principio di correttezza e probità. La stessa Procura, in udienza, ha derubricato l’originaria imputazione, verificate le ragioni della vicenda ed il suo concreto svolgimento, chiedendo di procedere solo ai sensi della norma da ultimo richiamata. In ordine alle richieste della Procura i difensori dei soggetti deferiti, nel prendere atto della derubricazione delle originarie imputazioni, hanno richiesto l’assoluzione di tutti i loro assistiti. La presenza di nobili motivi di solidarietà sociale, da un lato, l’assenza di qualsivoglia incidenza sull’andamento della manifestazione sportiva e sulla sua regolarità, dall’altro, rendono conto dell’integrale accoglimento delle richieste del Procuratore federale, che ha concluso per la condanna dei tesserati all’ammonizione e della società alla sanzione pecuniaria di € 50,00. Le ragioni testè valorizzate assorbono le ulteriori originarie contestazioni, prive, peraltro, di conferma obiettiva nel corso del dibattimento.»

In seguito a tale decisione si sono levati cori di sdegno nei confronti della società salentina che affida alla rete la propria difesa:

«Facciamo rugby da vent’anni. L’espressione riduce alla mera palla ovale un fondamentale patrimonio di valori di lealtà, probità e correttezza che abbiamo tentato di trasmettere, forse con successo, ad almeno mille tesserati.

E tra essi, anche ragazzi ed adulti con problemi ai quali speriamo di avere regalato serenità e crescita. Soprattutto abbiamo insegnato loro a sfidare se stessi, per migliorarsi. E progressi ne abbiamo apprezzati tanti. Nomi non ne faremo mai; ma le carte giuste, e le foto, e le relazioni annuali che ci erano richieste, sono nei cassetti dei servizi sociali che tante volte hanno chiesto il nostro sostegno per dimostrare al Tribunale dei Minori che certi ragazzi potevano restare nelle rispettive famiglie.

Sosteniamo con orgoglio due progetti di volontariato: la fondazione Gabriele Sandri e l’Associazione Lorenzo Risolo.

Pretendiamo dalle squadre che incontriamo gli stessi valori. Senza presunzione, ma a soli fini educativi: se non pretendessimo il rispetto delle regole, scritte e non scritte, agli avversari, non potremmo pretendere che i nostri ragazzi le rispettino.

Dopo vent’anni, abbiamo una sola certezza: quella di dovere ancora imparare.

Il 20 ottobre 2013, durante l’incontro tra squadre del campionato Under 18, abbiamo segnalato all’arbitro che in panchina sedeva un tesserato certamente maggiorenne, da noi ben conosciuto perché aveva partecipato addirittura alle elezioni per il comitato regionale, oltre che aver disputato numerose partite in vari campionati di serie C.

Seguirono reazioni scomposte dei dirigenti della Union Santeramo; e ritenemmo di segnalare il fatto alla Procura Federale, corredando l’esposto dei certificati anagrafici, quelli veri e quelli falsificati, dei soggetti coinvolti.

Solo dopo qualche mese, essi hanno ritenuto di riferire al procuratore federale della presenza di un ragazzo down. Escludiamo che sia la stessa persona da noi segnalata (un marcantonio di un metro e novanta…).

E’ caduta l’accusa di illecito sportivo a carico della Union Santeramo.

Ma la commissione giudicante federale ha accertato la grave violazione dei doveri generali di lealtà, correttezza e probità!

A proposito, noi del Trepuzzi quella partita del 20 ottobre scorso l’abbiamo vinta sul campo.

Ci rimane, amara, una domanda: se ci fosse stato un ragazzo down (ma anche un semplice neofita!) da accogliere in panchina perché “odorasse” il profumo del campo, e vivesse da vicino l’emozione della battaglia sportiva in campo, non sarebbe bastato che i santeramani ce lo avessero fatto presente al nostro arrivo?»

 

  Lamanna

 Nella foto, al centro, Pierpaolo Lamanna