Italia,coach O’Shea: «Dobbiamo cambiare la nostra mentalità»
Al termine della partita contro l’Irlanda, ecco le parole di Coach O’Shea in conferenza stampa:«È stata una giornata molto difficile. Nei primi 20 minuti abbiamo dovuto lottare molto e alcuni errori nelle prime fasi di gioco ci hanno esposto ad una pressione importante. Dobbiamo dare molto credito all’Irlanda per la sua capacità di costruire e gestire il pallone. Arrivando all’ottava o nona fase, è comprensibile che arrivi anche l’errore individuale nell’uno contro uno. I calci in campo non facevano parte del piano di gioco, ma abbiamo giocato contro una squadra più forte di noi sotto tutti i punti di vista. Sicuramente ci saranno giorni migliori ma questi giorni difficili servono per lavorare e costruire il futuro. Possiamo colmare il gap che abbiamo con le più forti, ma non mi nascondo dietro la scusa di un progetto di lunga portata. Negli anni 90 c’erano moltissimi giocatori Irlandesi molto forti che non hanno raggiunto i traguardi che avrebbero meritato a causa dell’assenza di supporto. Noi lavoriamo nel lungo periodo per creare questo supporto ma dobbiamo necessariamente toglierci qualche soddisfazione anche nel breve ed è quello che proveremo a fare. Ci sarà molto da lavorare e da cambiare. Odio questo tipo di giornate, ma dovremo lavorare per cambiare le cose già dalla partita contro l’Inghilterra. Ci sono sempre discussioni sul tema della promozione della Georgia nel Sei Nazioni, ma l’Italia si è guadagnata il diritto di esserci e finché non ci saranno cambiamenti nel regolamento non c’è alcun dibattito. Dobbiamo cambiare assolutamente cambiare la concezione che hanno gli avversari della nostra squadra, ma anche la nostra mentalità durante le partite. Non credo che una franchigia sola ci aiuterebbe perché restringeremmo, soprattutto nel lungo periodo, la nostra base di giocatori. Le due franchigie sono fondamentali. Lo so che la gente ride quando dico che ci sono giocatori molto forti in italia, ma io ci credo e dobbiamo fare il possibile per mettere questi giocatori nelle condizioni di esprimersi al meglio».
Giuseppe Prontera